La zona delle Colline -delle Muse (di Filopappo), della Pnice, delle Ninfe- fu abitata a partire dal VI secolo a.C., in concomitanza con l’istituzione dell’Ekklesia (Assemblea Popolare) sulla collina della Pnice e dell’apertura della via “Koile”, che portava da Atene al Pireo, attraversando il tessuto urbano della regione. Con la loro inclusione nel muro di Temistocle divennero uno dei settori più densamente edificati dell’antica Atene, con l’ampliamento di due antichi Demi ben noti: quello di Melite e quello di Koile.
Il complesso monumentale della Pnice, utilizzato per le riunioni dell’Ekklesia dal VI al tardo IV secolo a.C., si inserisce nel periodo di massima prosperità della Democrazia Ateniese, in quanto centro supremo di potere e controllo.
Delle fasi successive del monumento, oggi si conserva quella risalente all’epoca di Licurgo (330-326 a.C.). È un monumento-simbolo che rappresenta a livello mondiale la libertà di espressione dei cittadini e l’incarnazione del sistema democratico, dove per la prima volta sono stati formulati i principi di base dell’uguaglianza dei diritti civili, libertà di parola e di uguaglianza di diritti davanti alla Legge, come il bene supremo della Democrazia, principi che hanno ispirato nel corso degli anni i governi democratici in tutto il mondo occidentale.
Il complesso monumentale dell’Ekklesia, la “Koile”, di cui si conserva un tratto lungo circa 500 m, il monumento di Filopappo e gli importanti santuari di Museo e delle Ninfe, di Pan e di Zeus, il Diateichisma e i molti resti del tessuto edilizio degli antichi Demi, i monumenti più recenti di D. Pikionis e dell’ Osservatorio, insieme al particolare ambiente naturale e la visuale dominante sulla Conca (dell’Attica), determinano l’importanza archeologica, architettonica e ambientale delle Colline.